25 Maggio 2018

Credi nella magia?

La magia a volte sta nelle piccole cose

Lui entra e si siede, lei gli sistema un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, ma io quasi non faccio più caso a quella coppia per un paio d’ore, c’è tante gente in sala, la cucina è a posto, quel piatto è perfetto come dovrebbe, la coppia in fondo a destra ha già ricevuto il suo secondo…

E via così, un pensiero sconnesso dietro l’altro per far sì che ogni dettaglio sia rifinito alla perfezione.

Ero così occupato dai miei pensieri, così immerso nella mia mente e nelle cene dei miei clienti che quasi non lo notavo, dico quasi, perché era impossibile non notare la dolcezza fra i due.

Mi avvicino per domandare se desiderano il dolce e la vedo.

Sto per andarmene, distratto, ma poi la vedo, sulla sua guancia, te lo giuro, c’era una lacrima. Piccola eh, non quei fiumi di pianto che fa a volte mia moglie.

Si vedeva che era teso e che era tutta una sorpresa, fin dal primo momento che ha messo piede al Borducan, non appena ha appoggiato il piede sul tappeto all’ingresso e alzando lo sguardo ha visto il bar in pieno stile anni 20, beh gli si è marchiato a fuoco un gran sorriso in volto.

Lui è uno di quegli uomini tutto d’un pezzo, con un ruolo sul lavoro che non gli concede di mostrare momenti di debolezza o eccessive emozioni, quelle persone che si vedono raramente qui al Sacro Monte di Varese.

Una di quelle persone abituate ad occuparsi degli altri, a prendersi cura di chi gli sta intorno, un uomo che non parla, ma fa, insomma.

Mauro infatti è capo squadra, ha delle responsabilità nei confronti dei suoi uomini e durante le emergenze deve farsi rispettare, non può perdere autorevolezza per una lacrima.

D’altronde la società oggi è fatta così.

Non puoi permetterti debolezze, cedimenti, esitazioni.

E così finisci giorno per giorno a indossare una maschera, nascondere chi sei, mascherare ciò che senti.

È dura per i più sensibili, quasi spietato. Quando rivesti un. Ruolo di comando per farcela devi annientare le tue emozioni e pensare all’obiettivo finale.

Il problema è che spesso quella maschera ti rimane incollata al viso, non te ne stacchi più, è come fosse una seconda pelle, indivisibile da ciò che sta sotto.

Quindi torni a casa e ti rendi conto di avere il cervello ancora là, sul cantiere e rispondi a tua moglie come fosse uno dei tuoi operai.

E per quanto la ami, e vorresti dedicarle canzoni dei Police, come quando eravate giovani, ti ritrovi incapace di farglielo vedere, di farglielo capire, di farle sentire quanto diamine è bella, ancora una volta, dopo 20 anni.

Mamma mia, scusa il romanticismo, quando scrivo qui sulla terrazza ogni tanto il panorama ha la meglio e mi trovo a scrivere cose che nemmeno una ventenne innamorata.

Torniamo a Mario, seduto a quel tavolo.

La verità è che non conosco la sua storia nel dettaglio, non so da quanto si conoscono per l’esattezza, non ho ben idea di ciò che le ha detto per convincerla ad uscire la prima volta.

Ignoro da quanto siano sposati, se sono sposati, ho visto la fede al dito credo, ma non ne sono certo.

Ma in queste settimane Mario me lo sono immaginato sempre così, ad entrare in macchina e domandare:

dove si va amore?”

E lei non risponde, perché sennò, diciamocelo, che sorpresa è?

Non conosco la storia di Mauro, dicevo, ma conosco la storia di tante persone come lui che pagherebbero per emozionarsi ad una cena, davanti ad una donna che gli fa una sorpresa davvero inattesa.

Vedo Paola, sua moglie, guidare sorridente per i tornanti che portano su, davanti a quella vista incantata che solo il Sacro Monte sa regalare.

Ripeto non la conosco la loro storia, ma immagino sia una di quelle semplici, normali, ma piene di una magia che sta nelle piccole cose. Nella voce di lei quando ha chiamato:

  • Buonasera vorrei riservare un tavolo per due, venerdì alle 20
  • Buonasera a lei, a che nome?
  • Paola.
  • Perfetto Paola, allora ci vediamo venerdì alle 20.
  • Senta mi scusi…
  • Sì mi dica
  • Non è che è possibile averlo fuori in terrazza? Mi piace molto il lago e il tramonto lì so che è davvero bellissimo
  • Ma certo. In terrazza sia. A venerdì allora.
  • A venerdì.

Nello sguardo pieno di tenerezza e rimprovero che gli ha lanciato quando sono entrati:

  • Non fare il burbero oggi. È il tuo compleanno.

Il burbero… chissà come la vita l’ha reso così, chissà cosa è successo a Mario, quante delusioni, quanti pianti, ancora una volta non lo so, ma ho visto come la guardava.

E ho capito che tutto ciò che può essergli mai successo se ne va via, sempre e comunque, quando lei lo rimbecca amorevole.

E poi diciamocelo, una notte fuori casa a volte cambia tutto, se quella notte è al Borducan, beh non sei in un posto come un altro.

Sei quasi un secolo indietro nel passato, immerso nella magica atmosfera della Cena a Lume di Candela.

In una stanza che non ha niente della modernità che ci sta lentamente assorbendo con i suoi ritmi inesorabili.

E Inizialmente forse non capisci.

“Pensavo di andare nel solito nostro ristorantino vicino a casa ” le dice.

E continua a pensarlo per tutta la cena, continua a chiedersi cosa ha fatto di così speciale per meritarsi quegli occhi verde scuro, sopra un sorriso delicato e paziente.

E non può trattenersi dal commuoversi Mauro, non si può proprio.

Mi piace immaginarla così questa storia, anche se di sicuro sarà andata in tutt’altro modo.

Quasi mi sono commosso io che non c’entravo niente e ho solo fatto la mia parte da oste.

Ma ti saresti commosso anche tu penso a vedere quell’ormone sciogliersi come burro.

Non ho mica pianto, per carità, sono tornato in cucina, ho sorriso a mio fratello che cucinava con la sua solita concentrazione che quasi quasi nemmeno mi vedeva per com’era immerso nelle sue creazioni.

Ma ha alzato la testa e mi ha detto: che fai piangi? Sei scemo?

Sono scoppiato a ridere e mi sono rimesso all’opera, c’è sempre altro da fare, altre persone che festeggiano, altre famiglie felici, coppie che si riuniscono, non posso mica perdermi via in ogni storia, no?

Quindi ti saluto, e ti aspetto qui, dove la magia sta nelle piccole cose, da un tramonto incandescente a un calice di vino.

 

Alzeremo i calici e brinderemo!

Riccardo