L’origine del romanticismo: ecco la vera storia del posto più romantico d’Italia.
È buio e fa freddo su al Sacro Monte di Varese, sembra di essere in un posto lontano da tutto e tutti;
il silenzio è pieno e pesante, Anita scuote la testa come per cacciare via una mosca, ma quello che cerca di cacciare via è più che altro una sensazione.
È il 1915 e in quella notte sta per accadere un fatto che cambierà per sempre la vita di tutti lassù al Sacro Monte, un fatto che probabilmente ha trasformato la mia stessa vita, anche se sono nato molti anni dopo, un fatto che, in un certo senso, incide anche sulla tua.
Ho sempre sentito parlare dell’effetto farfalla, ma non ne ho mai compreso a pieno il significato. Quando mi veniva detto che se muore una farfalla a Hong Kong, si crea un uragano a New York, o qualcosa del genere, ho sempre storto il naso incredulo, ma ora capisco il senso; la storia che sto per raccontarti lo dimostra in pieno.
Torniamo però là, sul Sacro Monte dove Anita alla finestra si agita un po’ inquieta; non riesce proprio a spiegarsi il motivo dell’ansia che l’ha presa dopo il tramonto.
Ha sempre amato il buio, ha convissuto per anni con il silenzio del monte, con la sua quiete, è innamorata di quella quiete a dirla tutta, e proprio non si spiega da dove arriva il morso allo stomaco che l’ha colta.
Non si spiega perché continua a guardare fuori, controllando ritmicamente l’orologio, né perché il leggero ritardo di Mario la spaventa così tanto.
È buio e fa freddo su al Sacro Monte di Varese, sembra di essere in un posto lontano da tutto e tutti; il silenzio è frizzante quella sera e un giovane di 32 anni si appresta a tornare a casa dalla sua dolce metà.
È inverno, e nelle settimane precedenti è caduta molta neve, c’è come una piccola coperta per terra, un piumino di fiocchi bianchi e freschi che si adagia sull’erba per farla riposare meglio.
Il ragazzo sulla slitta è un tipo pratico, uno che si dà un gran da fare, ma ogni tanto gli piace indugiare con la mente su sciocchezze di questo tipo: “la neve che fa da coperta all’erba”, pensa, che buffo, e sorride fra sé e sé mentre la slitta procede sulla via delle cappelle.
La strada non è delle migliori, ma l’ha percorsa così tante volte da essere rilassato nonostante il terreno ghiacciato e la neve tutto intorno.
Basta un secondo, Mario non era un incosciente, ma basta davvero un attimo.
È buio e fa freddo su al Sacro Monte di Varese, sembra di essere in un posto lontano da tutto e tutti, il silenzio pesante che circonda Anita viene distrutto in un attimo da qualcuno che bussa alla porta.
In un attimo la sua inquietudine, la sua paura, trovano risposta, in un attimo la vita di Anita cambia per sempre, in un attimo capisce che Mario non tornerà a casa quella sera.
Prima di andare avanti voglio scusarmi con te, so che è una storia triste, e non volevo metterti di cattivo umore, so che in questo blog ci si rifugia per un po’ di quel romanticismo che la vita di tutti i giorni non consente, per leggere le storie di chi sale fin quassù, di chi ammira i laghi che si vedono da qui.
So che ti ho rattristato e mi dispiace, ma la verità è che tutto il romanticismo che mi circonda ogni giorno, mentre qui al Sacro Monte mi occupo delle ordinarie faccende di sempre, è merito di Anita.
Se dopo aver camminato per la via delle cappelle, arrivi qui in cima e puoi sederti in terrazza ad ammirare un panorama che farebbe impallidire qualsiasi cartolina, è merito di Anita.
Se hai impresso nella mente quel giorno in cui qui sopra nervosamente hai appoggiato le mani alla ringhiera di ferro battuto, hai picchettato il piede per terra e hai finalmente trovato il coraggio di dire alla tua dolce metà che la ami, beh, il merito è sempre di Anita.
Anita avrebbe potuto mollare, avrebbe potuto essere sopraffatta dal dolore, cadere in depressione, spegnersi e perdere quell’animosità e quella vivacità che da sempre la caratterizzavano, avrebbe potuto farlo, è vero.
Nessuno l’avrebbe giudicata per una reazione del genere, nessuno avrebbe osato, aveva perso in giovanissima età l’amore della sua vita, la tristezza profonda era il minimo che ci si potesse aspettare.
E invece no, Anita aveva ora su di sé la responsabilità di una tradizione che partiva da Davide Bregonzio, che nel 1872 aveva ideato quella che ancora oggi è la bevanda più amata su al Sacro Monte: l’Elixir.
Per trovare una casa al mitico Elixir, Mario, il figlio di Davide aveva costruito un piccolo bar, dove continuare la produzione e vendere l’invenzione del padre.
Anita non poteva permettere che tutto andasse in fumo, si rimboccò quindi la maniche e si mise al lavoro per portare avanti la tradizione.
Anzi, non si fermò qui, 9 anni dopo la morte dell’amore della sua vita, Anita aveva trasformato le camere dalla famiglia in un piccolo albergo all’interno di un elegante palazzina in stile Liberty, esattamente come la vedi oggi.
Per questo dico che è sua la stanza circolare che oltrepassi appena entri, suo è il pavimento decorato, il legno intarsiato e molti altri dei dettagli che rendono il Borducan quello che è oggi.
Capirai ora perché non potevo proprio tralasciare la sua storia; le vicende di Anita sono state il mio battito di farfalla, senza la sua tragica esperienza forse non ti starei scrivendo da questo albergo che tanto amo, alcune coppie forse non si sarebbero formate, alcuni baci non sarebbero stati dati.
L’intero Borducan forse non esisterebbe, chi può dirlo.
È buio, ma non fa freddo qui al Sacro Monte di Varese, sembra di essere in un posto lontano da tutto e tutti; io sto finendo di scrivere le righe che hai da poco letto, mi verso un goccio di Elixir, proprio stasera è più necessario che mai; con la mente ritorno alla prima volta che ho visto il Borducan, al respiro che mi si è fermato nelle narici, e sorrido, come posso non farlo d’altronde?
Il buio che circondava Anita e Mario quella notte ora è attenuato dalle luci della città in lontananza, smorzato dal riflesso vibrante dei lampioni nel lago, la luna stessa sembra sgomitare per farsi posto nello specchio d’acqua là sotto.
Io sorrido ancora una volta e ammiro lo spettacolo incantato davanti a me.
Per capire di quale incantesimo io stia parlando, hai una sola alternativa: venire quassù e ammirarlo con i tuoi occhi.
Per prenotare il tuo posto sulla terrazza e non rischiare di trovare tutto esaurito, clicca qui.
Noi ci vediamo qua, nella magia del Sacro Monte.
Ah dimenticavo…
In alto i calici
Riccardo